Posta in Rete video hard dellʼamica, pagherà 80mila euro
Ha realizzato un video hard riprendendo l'amica nella cabina di un lido di Molfetta (Bari) mentre aveva un rapporto sessuale con il suo fidanzato e poi ha postato il filmato in Rete: per questa ragione una ragazza dovrà pagare 80mila euro di risarcimento. La sentenza, di primo grado, è stata emessa dal giudice unico del tribunale di Trani che ha accolto la richiesta risarcitoria presentata dai legali della difesa. I fatti risalgono al 2006.
La notizia è stata riportata dal quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno. Nessun risarcimento è stato invece previsto per gli altri ragazzi rimasti coinvolti, a vario titolo, nella vicenda.
All'epoca dei fatti le due ragazze, "amiche del cuore", avevano entrambe 16 anni: una filmò l'altra mentre si era appartata nella cabina di uno stabilimento balneare con il suo fidanzato. Il video finì ben presto in Rete.
La vicenda - racconta l'avvocato Bepi Maralfa - "ha portato effetti devastanti. Il video fu realizzato e diffuso con un programma peer to peer, privo di client e server fissi, sicché una volta acquisito il file, ogni nodo ne diventava a sua volta distributore. Di qui l'impossibilita' di bloccare la diffusione del file per giungere al suo sequestro".
Alla identificazione dell'autrice del video i carabinieri sono giunti grazie ad un braccialetto in cotone legato stretto al polso della persona che realizzò il filmato con un telefonino e dal fotogramma di un pareo azzurro e nero. fonte
La notizia è stata riportata dal quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno. Nessun risarcimento è stato invece previsto per gli altri ragazzi rimasti coinvolti, a vario titolo, nella vicenda.
All'epoca dei fatti le due ragazze, "amiche del cuore", avevano entrambe 16 anni: una filmò l'altra mentre si era appartata nella cabina di uno stabilimento balneare con il suo fidanzato. Il video finì ben presto in Rete.
La vicenda - racconta l'avvocato Bepi Maralfa - "ha portato effetti devastanti. Il video fu realizzato e diffuso con un programma peer to peer, privo di client e server fissi, sicché una volta acquisito il file, ogni nodo ne diventava a sua volta distributore. Di qui l'impossibilita' di bloccare la diffusione del file per giungere al suo sequestro".
Alla identificazione dell'autrice del video i carabinieri sono giunti grazie ad un braccialetto in cotone legato stretto al polso della persona che realizzò il filmato con un telefonino e dal fotogramma di un pareo azzurro e nero. fonte
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