Blitz a Moie: Jaguar contro la gioielleria, colpo da 100mila euro

 Fotogramma di un'azione criminale studiata nei minimi dettagli. Auto contro vetrina, pochi minuti di raid e poi la fuga nel nulla. La comunità di Moie si sveglia sotto choc.

MOIE – Non è il plot di un film poliziesco, ma la scena che si sono trovati davanti i Carabinieri questa notte in via Risorgimento. Un assalto in piena regola, audace e spettacolare, che ha come protagonista una banda di malviventi e come obiettivo la storica Gioielleria Santarelli.

Il copione è quello, purtroppo, sempre più comune ma non per questo meno efferato: un’automobile, probabilmente rubata e poi data alle fiamme per cancellare le prove, viene usata come un ariete. Un colpo secco nel silenzio della notte, il fragore di vetri che si frantumano, un rombo di motore che si allontana. Questo è quanto hanno sentito alcuni residenti della zona, svegliati di soprassalto e diventati, loro malgrado, le prime sentinelle di un crimine che ha violato la sicurezza della comunità.

I tempi sono stati da manuale del colpo perfetto: pochi, frenetici minuti. Abbastanza per sfondare la vetrata, irrompere nel negozio, arraffare con metodo e freddezza ogni oggetto di valore a portata di mano, e dileguarsi prima che qualcuno potesse anche solo realizzare cosa stesse succedendo.

Il bottino, secondo una prima stima ancora provvisoria, supera abbondantemente i 100mila euro in oro e preziosi. Una cifra enorme, a cui vanno aggiunti i danni ingenti causati al locale, simbolo non solo di un’attività commerciale ma anche di un punto di riferimento per il paese.

Sul posto sono immediatamente intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Jesi, che hanno isolato l’area e avviato le indagini. Il primo passo cruciale sarà l’analisi minuziosa delle immagini delle videocamere di sorveglianza della zona. Quei fotogrammi, quelle telecamere, sono ora gli unici testimoni oculari in grado di fornire dettagli fondamentali: il modello dell’auto, il numero di complici, i loro movimenti, e forse un volto non coperto dal passamontagna.

Si cercherà di ricostruire la dinamica precisa e la direzione di fuga, incrociando i dati con eventuali altre telecamere private o dei sistemi di videosorveglianza pubblici.

L’episodio, oltre al danno economico, lascia un senso di inquietudine e vulnerabilità. Colpisce nel cuore commerciale del paese, dimostrando come bande organizzate prendano di mira anche centri considerati più tranquilli, sfruttando la rapidità e la violenza dell’azione.

Le forze dell’ordine sono al lavoro per restituire un senso di sicurezza e, si spera, per individuare e assicurare alla giustizia i responsabili di un gesto che ha sfregiato non solo una vetrina, ma la percezione stessa della tranquillità quotidiana.



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