Ancona: Novantenne sola chiama la polizia inventando un’aggressione notturna
ANCONA - Sentirsi talmente soli da chiamare la polizia ed inventarsi un'aggressione avvenuta in piena notte. È quanto successo recentemente nella zona Pinocchio di Ancona, dove una situazione di solitudine estrema ha portato un’anziana di circa 90 anni a ricorrere a un gesto disperato pur di avere compagnia.
La chiamata alla polizia dorica è giunta nelle ore notturne. La donna, in evidente stato di agitazione, ha dichiarato agli agenti di essere stata picchiata, ma non è riuscita a fornire ulteriori dettagli su quanto accaduto. Gli agenti, giunti prontamente sul posto, hanno trovato la donna in buono stato di salute, senza alcun segno di violenza, iniziando così a dubitare della veridicità del suo racconto.
Comprendendo la situazione, gli agenti hanno contattato la figlia della novantenne, la quale ha spiegato che la madre vive da sola e soffre di alcune patologie per le quali è seguita da un medico. La solitudine e le condizioni di salute hanno probabilmente contribuito a spingere l’anziana a inventare l’aggressione per attirare l’attenzione.
Gli agenti, mostrando grande sensibilità e umanità, hanno capito che la chiamata non era altro che un grido d'aiuto. Hanno così deciso di trascorrere del tempo con lei, regalando un momento di spensieratezza e vicinanza. Hanno chiacchierato con la donna, cercando di farla sentire più tranquilla e meno sola.
Questo episodio evidenzia quanto la solitudine possa pesare sulla vita delle persone anziane, spingendole a gesti estremi pur di ricevere un po’ di attenzione. La risposta della polizia dorica dimostra l’importanza di un approccio umano e comprensivo, capace di trasformare una potenziale emergenza in un momento di conforto e solidarietà.
La solitudine degli anziani: un problema da non sottovalutare
La storia della novantenne di Ancona è un promemoria di quanto sia fondamentale prestare attenzione alla salute mentale e al benessere emotivo delle persone anziane, soprattutto quelle che vivono sole. Il supporto familiare e sociale, insieme alla sensibilità delle istituzioni, può fare la differenza nella vita di chi, più di altri, è vulnerabile alla solitudine.
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