30 GIORNI DI CARCERE PER UNA PARTITA DI BOCCE

Un 56enne imprenditore di Macerata si era finto un addetto federale inducendo gli avversari a presentarsi in ritardo alla semifinale del campionato provinciale di bocce nelle Marche. Sconfitti a tavolino hanno presentato denuncia alla magistratura per sostituzione di persona ottenendo la condanna di chi li aveva beffati.

In carcere per colpa di una partita a bocce. Sembra uno scherzo ma è successo davvero a Monte San Giusto, paesino nelle Marche, dove un 56enne imprenditore maceratese è stato condannato dal giudice Danilo Russo per sostituzione di persona a 30 giorni di carcere per essersi spacciato per un delegato della federbocce, fuorviando i tre membri dell’Associazione Sangiustese FC che non si sono presentanti per giocare la finale e la semifinale del Campionato provinciale di Macerata perdendolo beffardamente a tavolino.

La storia

La vicenda risale al 4 febbraio 2010 quando, come racconta il Corriere Adriatico, l’imprenditore maceratese avrebbe telefonato al bocciodromo di Monte San Giusto, dove quel giorno si sarebbero dovute svolgere le fasi finali del torneo, fingendosi un appartenente al Comitato provinciale della Federazione dicendo che la partita era stata posticipata. Nella semifinale la Sangiustese avrebbe dovuto affrontare il Castelraimondo e la vincente della sfida la stessa sera avrebbe giocato la finalissima con la Pineta, squadra di Civitanova Marche. In seguito a questa chiamata i giocatori dell’Associazione Sangiustese FC si presentano al campo in ritardo e perdono il loro match a tavolino. La terna però non ci stanno a perdere così e, per vederci chiaro, presentano una denuncia alla magistratura per scoprire l’autore della telefonata. Secondo le indagini della Procura ad effettuare la chiamata sarebbe stato l'imprenditore in questione che si è visto comminare 30 giorni di reclusione, accogliendo la richiesta del Pubblico ministero, ed ora potrà decidere se ricorrere con l’avvocato in Appello. Stefano Dolci FONTE

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