Non ha moglie né fidanzata: infila il pene in una bottiglia e gli viene amputato!
Bruttissima la disavventura che è capitata, qualche settimana fa, ad un uomo cinquantenne che vive in Honduras e che, dopo aver improvvisato un sex toy in casa per provare qualche momento di piacere non avendo né una moglie, né una fidanzata, ha pensato di improvvisare un sex toy per così dire casalingo: una bottiglia di birra. Le cose non cono andate come avrebbe immaginato e, anzi, sono andate molto peggio perché ora si ritrova addirittura senza un pene, oltre che senza una donna al suo fianco…
La storia non è difficile da immaginare. In un momento di solitudine, l’uomo, ormai da tempo da solo, ha pensato di inserire il pene all’interno della bottiglia, per poi avere un’erezione. E’ stato a quel punto che si è reso conto che non poteva più estrarlo. Così ha provato ad aspettare un po’ di tempo, per vedere se le cose fossero cambiate, ma nulla. Per un effetto fisiologico, come vedremo tra poco, è rimasto lì. Il problema è che lui ha provato un imbarazzo così grande che invece di andare in un pronto soccorso immediatamente ha pensato di poter aspettare: ha aspettato per quattro giorni prima di decidersi, in preda ai dolori.
Il pene, infatti, è un organo composto da una serie di caverne che vengono riempite di sangue, e così avviene l’erezione. Quando è presente le vene sono chiuse, e il sangue arriva ma non torna via, mentre quando il meccanismo finisce le vene si aprono nuovamente e il sangue ha la possibilità di tornare indietro, terminando così l’erezione. Il problema è che lui, con la bottiglia, ha chiuso le vene dall’esterno e il sangue entrato dentro non poteva più uscire: in questo caso, l’unico modo per perdere l’erezione era quello di rimuovere la bottiglia.
Secondo gli esperti, se un pene rimane in questo stato, con le vene chiuse, per più di quattro ore, già inizia a dare i primi segnali di necrosi, ovvero di gangrena, in cui i tessuti, non avendo più ossigeno per funzionare correttamente, smettono di funzionare e, praticamente, si disfano. La gangrena, poi, non si ferma e tende ad estendersi ad altre parti del corpo; è per questo che il pene, ma anche un arto, che sono in questa condizione devono essere amputati per evitare la diffusione.
Per questo, quando l’uomo è arrivato in ospedale c’è rimasto ben poco da fare ai chirurghi che se lo sono trovato davanti, se non quello di rimuovere la bottiglia e di amputare il pene. Una storia davvero brutta, che sarebbe anche potuta andare peggio, e che ci insegna (come ha ricordato anche il chirurgo) che le bottiglie non sono giocattoli da usare in questo modo, visto che esistono giocattoli specifici per questo utilizzo. E che nel caso in cui succeda qualcosa proprio lì, qualunque cosa, bisogna correre al pronto soccorso. Sempre.FONTE
La storia non è difficile da immaginare. In un momento di solitudine, l’uomo, ormai da tempo da solo, ha pensato di inserire il pene all’interno della bottiglia, per poi avere un’erezione. E’ stato a quel punto che si è reso conto che non poteva più estrarlo. Così ha provato ad aspettare un po’ di tempo, per vedere se le cose fossero cambiate, ma nulla. Per un effetto fisiologico, come vedremo tra poco, è rimasto lì. Il problema è che lui ha provato un imbarazzo così grande che invece di andare in un pronto soccorso immediatamente ha pensato di poter aspettare: ha aspettato per quattro giorni prima di decidersi, in preda ai dolori.
Il pene, infatti, è un organo composto da una serie di caverne che vengono riempite di sangue, e così avviene l’erezione. Quando è presente le vene sono chiuse, e il sangue arriva ma non torna via, mentre quando il meccanismo finisce le vene si aprono nuovamente e il sangue ha la possibilità di tornare indietro, terminando così l’erezione. Il problema è che lui, con la bottiglia, ha chiuso le vene dall’esterno e il sangue entrato dentro non poteva più uscire: in questo caso, l’unico modo per perdere l’erezione era quello di rimuovere la bottiglia.
Secondo gli esperti, se un pene rimane in questo stato, con le vene chiuse, per più di quattro ore, già inizia a dare i primi segnali di necrosi, ovvero di gangrena, in cui i tessuti, non avendo più ossigeno per funzionare correttamente, smettono di funzionare e, praticamente, si disfano. La gangrena, poi, non si ferma e tende ad estendersi ad altre parti del corpo; è per questo che il pene, ma anche un arto, che sono in questa condizione devono essere amputati per evitare la diffusione.
Per questo, quando l’uomo è arrivato in ospedale c’è rimasto ben poco da fare ai chirurghi che se lo sono trovato davanti, se non quello di rimuovere la bottiglia e di amputare il pene. Una storia davvero brutta, che sarebbe anche potuta andare peggio, e che ci insegna (come ha ricordato anche il chirurgo) che le bottiglie non sono giocattoli da usare in questo modo, visto che esistono giocattoli specifici per questo utilizzo. E che nel caso in cui succeda qualcosa proprio lì, qualunque cosa, bisogna correre al pronto soccorso. Sempre.FONTE
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