10 incredibili usanze del passato sulla verginità che non conoscevi!
La verginità, ovvero la condizione nella quale una persona non ha mai avuto rapporti sessuali completi, è una di quelle usanze a cui si è sempre prestato attenzione nel passato, e anche se oggi è un po’ decaduta, come importanza, per qualcuno è ancora un valore. Tuttavia in passato più che un valore era qualcosa di prezioso tutelato addirittura dalle leggi, e averla persa prima di quando una persona, specialmente una donna, avrebbe dovuto, significava in certi casi addirittura morire: ecco quindi dieci usanze del passato sulla verginità che non conoscevi.
10. La leggenda degli unicorni
Alcune leggende che affondano le proprie radici nel medioevo parlano della verginità relativamente a degli animali leggendari, gli unicorni. Animali molto schivi, solo una fanciulla vergine sarebbe riuscita a domarli, e questo era in pratica un’allegoria: solo una donna pura sarebbe stata in grado di domare gli spiriti irruenti tipici dei maschi. Per questo la leggenda era quasi più una forma propagandistica che una semplice favola, per un aspetto della vita della donna che, per la cultura dell’epoca, andava salvaguardato.
9. La verginità non era così importante nelle culture arabe
Nonostante spesso siamo portati a vedere le varie culture arabe come culture nelle quali si ha un’idea abbastanza estrema delle varie situazioni, la verginità è meno importante di quanto si crede. In questa cultura, infatti, i divorzi sono comuni, per cui non è raro che un uomo sposi una donna che ha già avuto rapporti con altri uomini. Tuttavia, la scarsa importanza rimane solo se la verginità è stata persa nell’ambito di un matrimonio precedente: in caso in cui venga invece persa fuori dal matrimonio le conseguenze sarebbero gravose.
8. La legge che proteggeva la verginità
In alcune culture, alcune delle quali anche moderne, la verginità era addirittura un bene tutelato dalla legge. Un esempio è una legge tedesca, che è rimasta in vigore addirittura fino al 1998. Questa legge stabiliva che se una donna avesse perso la verginità a causa di un uomo che poi la lasciava lei avrebbe avuto diritto ad un risarcimento in denaro per la perdita di un suo bene. La legge è stata poi abolita visto che comunque la perdita della verginità (che è diversa dalla violenza) era comunque una cosa con cui la donna era d’accordo.
7. Gli avocado afrodisiaci
Un’usanza tra le più assurde tra quelle che troviamo nella storia è quella che riguarda la cultura azteca e un frutto, l’Avocado. Secondo gli aztechi, infatti, questo frutto aveva straordinarie proprietà afrodisiache, servivano quindi ad aumentare il vigore sessuale di chi lo mangiava: per questo motivo le vergini non potevano assaggiarlo, perché si credeva che la troppa potenza trasmessa le avrebbe spinte prima di quanto avrebbero dovuto a perdere la loro verginità a causa del desiderio.
6. La verginità tecnica
In molte culture passate si riscontra l’utilizzo della cosiddetta “verginità tecnica”, che era una situazione in cui le donne, per salvaguardare la loro verginità per questioni culturali, utilizzavano tecniche diverse dai rapporti “normali” per avere comunque dei rapporti. Tra questi, i rapporti anali, orali e la masturbazione, che le donne usavano per provocare piacere agli uomini pur senza privarsi della propria purezza. Queste techiche erano utilizzate in varie culture del mondo, anche non geograficamente correlate tra loro.
5. La verginità come bene di valore
In alcune culture, addirittura, la verginità veniva vista come un bene prezioso da vendere per soldi. Questo lo abbiamo ad esempio in Giappone, stato nel quale le Geishe usavano vendere la loro verginità a chi poteva permettersi di pagarla, in un rituale chiamato Mizuage. Questo rituale è stato però bandito nell’era moderna, nel 1959, a seguito di una delle rivoluzioni culturali più importanti che il paese abbia visto nella sua storia.
4. La legge mosaica e il lenzuolo
La legge mosaica, applicata fin da prima della nascita di Cristo, imponeva alle donne di dover dimostrare di essere vergini esponendo la mattina successiva alla prima notte di nozze il lenzuolo macchiato di sangue a causa del rapporto. Nonostante possa sembrare un’usanza assurda, quando più intensamente, quando meno, è stata mantenuta fino a pochissimi anni fa: alcune comunità la praticavano ancora ai tempi della prima guerra mondiale, quindi nei primi decenni del 1900.
3. Come ingannare il marito
Un curioso manoscritto del 1600 ritrovato in questi anni ci racconta una serie di metodi che una donna poteva utilizzare, e presumibilmente utilizzava all’epoca, per ingannare il marito sulla sua verginità. Questi metodi consistevano di inserire all’interno del proprio canale dei coaguli di sangue di pollo, che si sarebbero liquefatti durante il rapporto, opure di procurarsi dei tagli interni che, rimuovendo l’uomo le cicatrici al passaggio, avrebbero ripreso a sanguinare. E tutto per una questione di onore!
2. La verginità delle Vestali
Le sacerdotesse che, nell’antica Roma, onoravano la dea Vesta, protettrice della casa ma anche della città stessa, dovevano rimanere vergini fin quando il loro servizio non sarebbe terminato, 30 anni dopo l’iniziazione. Nonostante questo erano tra le donne più importanti della città, e avevano diritti equiparabili a quelli degli uomini, oltre a custodire i testi più sacri. Erano figure molto importanti, purché non perdessero la loro purezza. Nel caso fossero state scoperte, infatti, sarebbero state bruciate vive per evitare la sventura della città di Roma.
1. La cintura di castità
Il simbolo comunemente associato alla verginità più di ogni altro è sicuramente la cintura di castità, utilizzata in realtà solo dal ‘700 e non nel medioevo, perché secondo gli storici si tratta di un tentativo di screditare l’epoca medievale da parte dell’epoca storica successiva. Insomma, nonostante ne esistano diversi esemplari non sappiamo se siano mai stati usati effettivamente per preservare le fanciulle vergini fino al matrimonio (o per evitare che le donne tradissero i mariti in guerra), perché il loro reale utilizzo è messo sempre più in dubbio da chi studia la storia dell’epoca. fonte
10. La leggenda degli unicorni
Alcune leggende che affondano le proprie radici nel medioevo parlano della verginità relativamente a degli animali leggendari, gli unicorni. Animali molto schivi, solo una fanciulla vergine sarebbe riuscita a domarli, e questo era in pratica un’allegoria: solo una donna pura sarebbe stata in grado di domare gli spiriti irruenti tipici dei maschi. Per questo la leggenda era quasi più una forma propagandistica che una semplice favola, per un aspetto della vita della donna che, per la cultura dell’epoca, andava salvaguardato.
9. La verginità non era così importante nelle culture arabe
Nonostante spesso siamo portati a vedere le varie culture arabe come culture nelle quali si ha un’idea abbastanza estrema delle varie situazioni, la verginità è meno importante di quanto si crede. In questa cultura, infatti, i divorzi sono comuni, per cui non è raro che un uomo sposi una donna che ha già avuto rapporti con altri uomini. Tuttavia, la scarsa importanza rimane solo se la verginità è stata persa nell’ambito di un matrimonio precedente: in caso in cui venga invece persa fuori dal matrimonio le conseguenze sarebbero gravose.
8. La legge che proteggeva la verginità
In alcune culture, alcune delle quali anche moderne, la verginità era addirittura un bene tutelato dalla legge. Un esempio è una legge tedesca, che è rimasta in vigore addirittura fino al 1998. Questa legge stabiliva che se una donna avesse perso la verginità a causa di un uomo che poi la lasciava lei avrebbe avuto diritto ad un risarcimento in denaro per la perdita di un suo bene. La legge è stata poi abolita visto che comunque la perdita della verginità (che è diversa dalla violenza) era comunque una cosa con cui la donna era d’accordo.
7. Gli avocado afrodisiaci
Un’usanza tra le più assurde tra quelle che troviamo nella storia è quella che riguarda la cultura azteca e un frutto, l’Avocado. Secondo gli aztechi, infatti, questo frutto aveva straordinarie proprietà afrodisiache, servivano quindi ad aumentare il vigore sessuale di chi lo mangiava: per questo motivo le vergini non potevano assaggiarlo, perché si credeva che la troppa potenza trasmessa le avrebbe spinte prima di quanto avrebbero dovuto a perdere la loro verginità a causa del desiderio.
6. La verginità tecnica
In molte culture passate si riscontra l’utilizzo della cosiddetta “verginità tecnica”, che era una situazione in cui le donne, per salvaguardare la loro verginità per questioni culturali, utilizzavano tecniche diverse dai rapporti “normali” per avere comunque dei rapporti. Tra questi, i rapporti anali, orali e la masturbazione, che le donne usavano per provocare piacere agli uomini pur senza privarsi della propria purezza. Queste techiche erano utilizzate in varie culture del mondo, anche non geograficamente correlate tra loro.
5. La verginità come bene di valore
In alcune culture, addirittura, la verginità veniva vista come un bene prezioso da vendere per soldi. Questo lo abbiamo ad esempio in Giappone, stato nel quale le Geishe usavano vendere la loro verginità a chi poteva permettersi di pagarla, in un rituale chiamato Mizuage. Questo rituale è stato però bandito nell’era moderna, nel 1959, a seguito di una delle rivoluzioni culturali più importanti che il paese abbia visto nella sua storia.
4. La legge mosaica e il lenzuolo
La legge mosaica, applicata fin da prima della nascita di Cristo, imponeva alle donne di dover dimostrare di essere vergini esponendo la mattina successiva alla prima notte di nozze il lenzuolo macchiato di sangue a causa del rapporto. Nonostante possa sembrare un’usanza assurda, quando più intensamente, quando meno, è stata mantenuta fino a pochissimi anni fa: alcune comunità la praticavano ancora ai tempi della prima guerra mondiale, quindi nei primi decenni del 1900.
3. Come ingannare il marito
Un curioso manoscritto del 1600 ritrovato in questi anni ci racconta una serie di metodi che una donna poteva utilizzare, e presumibilmente utilizzava all’epoca, per ingannare il marito sulla sua verginità. Questi metodi consistevano di inserire all’interno del proprio canale dei coaguli di sangue di pollo, che si sarebbero liquefatti durante il rapporto, opure di procurarsi dei tagli interni che, rimuovendo l’uomo le cicatrici al passaggio, avrebbero ripreso a sanguinare. E tutto per una questione di onore!
2. La verginità delle Vestali
Le sacerdotesse che, nell’antica Roma, onoravano la dea Vesta, protettrice della casa ma anche della città stessa, dovevano rimanere vergini fin quando il loro servizio non sarebbe terminato, 30 anni dopo l’iniziazione. Nonostante questo erano tra le donne più importanti della città, e avevano diritti equiparabili a quelli degli uomini, oltre a custodire i testi più sacri. Erano figure molto importanti, purché non perdessero la loro purezza. Nel caso fossero state scoperte, infatti, sarebbero state bruciate vive per evitare la sventura della città di Roma.
1. La cintura di castità
Il simbolo comunemente associato alla verginità più di ogni altro è sicuramente la cintura di castità, utilizzata in realtà solo dal ‘700 e non nel medioevo, perché secondo gli storici si tratta di un tentativo di screditare l’epoca medievale da parte dell’epoca storica successiva. Insomma, nonostante ne esistano diversi esemplari non sappiamo se siano mai stati usati effettivamente per preservare le fanciulle vergini fino al matrimonio (o per evitare che le donne tradissero i mariti in guerra), perché il loro reale utilizzo è messo sempre più in dubbio da chi studia la storia dell’epoca. fonte
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