Manifestazioni ad Ancona contro il G7 Salute: Corteo "Street Parade" e proteste contro il capitalismo

 


ANCONA – La chiusura del G7 Salute, che ha visto Ancona ospitare i principali ministri della salute dei Paesi più industrializzati, si è conclusa con la riapertura delle strade del capoluogo, dopo giorni di limitazioni al traffico e alla circolazione pedonale. Tuttavia, la ripresa della vita cittadina ha coinciso con una manifestazione di protesta organizzata dalla rete Azione No G7, il cui scopo dichiarato è stato quello di "riprendersi la città".

Il corteo, denominato "Street Parade – Smash Repression", è partito dalle Tavernelle nel tardo pomeriggio e ha attraversato il centro della città fino a raggiungere la Mole Vanvitelliana, sede principale del vertice ministeriale che si è concluso venerdì. La manifestazione ha attirato diverse centinaia di persone, che si sono unite in un evento pacifico ma carico di messaggi critici nei confronti del vertice.

Il tema centrale delle proteste è stato l’opposizione al capitalismo e alle politiche dei Paesi del G7, espressa attraverso cartelli e striscioni dai toni forti. Tra gli slogan esposti: "Voi 7... noi 7.000.000.000", un chiaro riferimento all'opposizione alla governance delle superpotenze economiche, e "Balla come una prigione che brucia", una frase che ha evocato l'immagine di ribellione e liberazione.

Già nella giornata di venerdì, circa 2.000 persone erano scese in piazza per la campagna "NoG7 Not on my body", sfilando per le vie principali di Ancona. L'iniziativa odierna ha rappresentato il secondo momento di contestazione pubblica, con partecipanti che hanno espresso una profonda critica alle politiche internazionali e ai modelli economici dominanti. Uno degli striscioni più visibili recitava: "Il capitalismo nuoce gravemente alla salute", collegando direttamente la tematica del vertice – la salute globale – alle conseguenze del sistema economico attuale.

La manifestazione si è conclusa senza incidenti, confermando il carattere pacifico del corteo, ma il messaggio politico lanciato dalle strade di Ancona ha risuonato forte: un invito a riflettere sulla salute non solo come questione sanitaria, ma come parte integrante di un sistema economico globale da ripensare.


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