Ancona, 21 maggio 2024– La Regione Marche ha avviato l’iter per il riconoscimento dello stato di calamità naturale legato alla crisi del mosciolo selvatico del Conero, con la possibilità di ottenere risarcimenti per i danni subiti nel 2024. Nel frattempo, è stato disposto un fermo della pesca fino al 15 giugno, nella speranza di favorire la ripopolazione di questo prezioso mitile, oggi presente in quantità minime e non commerciabili.
A confermarlo è stato l’assessore allo Sviluppo Economico Andrea Maria Antonini, rispondendo in Consiglio regionale a un’interrogazione del PD. Antonini ha spiegato di aver già inviato al Ministero documentazione a supporto della richiesta, tra cui fatture e rapporti che attestano il grave declino della risorsa. «La decisione sul fermo pesca non spetta alla Regione, che fornisce solo un parere – ha precisato – ma è di competenza delle autorità marittime».
Un Piano per Salvare il Mosciolo: Monitoraggio Hi-Tech e Ripopolamento
Intanto, è in fase di firma un protocollo d’intesa tra Regione, CNR e Istituto Zooprofilattico per un progetto da 300mila euro, che prevede:
- L’installazione di una boa hi-tech (costo: 200mila euro) per monitorare temperatura, inquinamento e parametri marini;
- La creazione di “gabbie” sui fondali, dove l’acqua è più fredda, per favorire la riproduzione del mosciolo.
L’aumento delle temperature marine è infatti una delle principali cause della moria del mollusco, simbolo della gastronomia locale.
Le Critiche del PD: "Troppi Ritardi"
Nonostante gli annunci, l’opposizione democratica ha contestato la mancanza di azioni concrete. La consigliera Manuela Bora ha denunciato: «Dal 2023 l’emergenza è nota, ma nulla è stato fatto per risolvere la crisi del settore».
Cosa Succede Ora?
La Regione attende la risposta del Governo sulla dichiarazione di calamità, mentre i pescatori e gli operatori del settore sperano in misure di sostegno per far fronte alla moria del mosciolo, una risorsa che da decenni caratterizza l’economia e la tradizione culinaria del Conero.
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