Moscioli di Portonovo: un ritorno positivo dopo l'allarme contaminazione

ANCONA - La pesca dei moscioli di Portonovo, prelibatezza del Conero e delle Marche, ha ripreso dopo una pausa forzata dovuta all'allarme di contaminazione dell'acqua di mare. L'emergenza era scattata a seguito dell'alluvione che ha colpito le regioni delle Marche e dell'Emilia Romagna, causando un deterioramento della qualità delle acque marine nel tratto compreso tra il Passetto e Portonovo. Tuttavia, dopo un mese di sospensione, è già possibile fare un primo bilancio positivo.

Le preoccupazioni iniziali sembrano essere state superate, come testimoniano i pescatori che operano nella zona. Secondo loro, i moscioli sono sani, gustosi e privi di problemi. I controlli vengono effettuati regolarmente per garantire l'igiene e la sicurezza del prodotto, e finora non sono stati riscontrati problemi. Nonostante l'attuale situazione, la produzione giornaliera è comunque inferiore rispetto al passato. Attualmente, tre barche pescano in media 300 kg di moscioli ciascuna, mentre negli anni '80 e '90 venivano commercializzati in media cento quintali al giorno. Oggi, la produzione mensile totale raggiunge i duecento quintali, considerando tutte le barche.

Recentemente, dopo un convegno scientifico presso la Politecnica delle Marche e gli appelli di Slow Food, è emersa la necessità di proteggere il mosciolo selvatico per prevenire eventuali problemi futuri. Tuttavia, i pescatori ritengono che la protezione sia più una questione legata alla natura che all'uomo. Le sementi rilasciate in mare si depositano sul fondo, portate dalle correnti: se vanno verso la terraferma, si posano sugli scogli; se, invece, finiscono sulla sabbia, vengono seppellite. Nonostante l'impegno dei pescatori, la diffusione delle sementi è in gran parte al di fuori del loro controllo.

Nonostante le sfide, la ripresa della pesca dei moscioli di Portonovo è un segnale positivo per gli amanti di questa prelibatezza marina. Grazie ai controlli costanti e all'attenzione dei pescatori, è possibile godere di un prodotto di alta qualità e gustare il suo sapore unico. Resta da sperare che anche in futuro si possa continuare a preservare e tutelare questa eccellenza culinaria, simbolo delle Marche e del territorio del Conero.

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